“Non so dove arriveremo, ma so che andremo lontano”
Le nuvole hanno cominciato ad allontanarsi, lasciando spazio al buio della notte, colorata soltanto dalle stelle. A Pau, piccolo centro in provincia di Oristano, le persone sono accorse numerose, gremendo la terrazza del Museo dell’Ossidiana e rimanendo silenti, ammaliate dalle melodie di Beppe Dettori e dalle immagini di Luigi Corda, raffiguranti i più longevi testimoni sardi del XX secolo, proiettate sulle pareti.
Un intero paese, dapprima spento, ha come d’incanto preso vita, tra fotografie capaci di raccontare e musiche che hanno spaziato fra tradizione e modernità.
“Bianco e Nero – Lo Spettacolo”, giovedì 23 agosto, è andato per la prima volta in scena in via sperimentale all’aperto, accolto da una suggestiva location. Non un luogo qualsiasi, ma l’ideale per far coincidere i valori dell’opera foto-musicale con la memoria storica, attraverso l’utilizzo di una “biblioteca umana” e dei ricordi, quanto mai necessari in un’epoca nella quale ci si dimentica troppo facilmente di “ciò che fu”.
Lo Spettacolo è stato ospitato all’interno del “Nurarcheo Festival”, organizzato da “ll Crogiuolo”, associazione nata con l’obiettivo di valorizzare e connettere il patrimonio archeologico e artistico (in particolare quello ogliastrino) con il teatro.
Ci sono voluti 18 anni di vita in Sardegna affinché Lorenzo Fasolo, ideatore dell’opera oltre che amministratore della casa di produzione creativa Kaos Lab, desse una risposta alle sue numerose domande: questa è stata Bianco e Nero, che ora proseguirà il viaggio tra i comuni della Sardegna.
Dove si arriverà? Questo non si può sapere ma, come sottolinea il suo creatore, “si andrà lontano”.